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5 febbraio 2011

Day 1: quando il cuore ti porta lontano da ogni raziocinio - diario di viaggio valenciano

Ed eccoci qui con l'agognato "diario dei ricordi valenciani" di questa fantastica 3 giorni che ho trascorso all'interno del circuito del Ricardo Tormo di Cheste con una socia della Peña Alonsista, Francesca.
Se ora qualcuno mi chiedesse: lo rifaresti? ... SI, centomilioni di volte ti risponderei con queste due lettere!
Siamo arrivate a Valencia il lunedì sera, per essere tra le prime il martedì mattina davanti ai cancelli. Abbiamo alloggiato all'Hotel Ignacio di Chiva, di nuova costruzione, economico e veramente pulito! L'unico problema che avvilisce la zona è rappresentato dai trasporti... l'autodromo è tutt'altro che ben collegato alla città e ai dintorni e noi, che risiedevamo in un albergo a metà tra Valencia e Cheste, ci siamo ritrovate a fare la spola in taxi (per fortuna che anche i prezzi dei taxi, in Spagna, sono molto più economici che quelli di casa nostra).
Vado a Valencia con uno scopo: fermare Fernando e fargli sapere (nuovamente dopo l'attacco "brochure di Monza") del suo club italiano.
Lunedì notte... e chi dorme? L'eccitazione era troppa, mai ho fatto una cosa del genere per nessun altro pilota... forse pazza, come mi ha detto qualcuno, forse semplicemente seriamente appassionata e appassionata di ciò che sto facendo per far crescere ancor di più il club!
Martedì 1 Febbraio 2011 - Ci siamo! Ci si sveglia alle 6.30, vogliamo essere in pista il prima possibile, all'apertura dei cancelli... A me aspetta una giornata impegnativa; alla Francesca una giornata "visibilmente" tranquilla.
Appena arriviamo alle 8.15 la prima brutta sorpresa: il circuito apre alle 9.30 e non fu di certo una notizia positiva visto che, nonostante Valencia si trovi a sud della Spagna, vi posso assicurare che faceva tutt'altro che caldo!
Aspettiamo fino alle 9.30 quando il circuito apre e sorpresa sorpresona riceviamo l'ennesima notizia negativa ossia che era necessario andare a fare i biglietti solo ed esclusivamente (come ci è stato detto) dall'altra entrata... 45 minuti di coda, cose di tutti i giorni per una persona che vive nelle grandi città.





Finalmente abbiamo i biglietti. Torniamo dall'ingresso principale del Ricardo Tormo... la prima impressione è quella di trovarmi davanti un kartodromo, tant'è piccolo! La pista si vede completamente e distintamente in ogni punto di visuale.
Ci troviamo davanti all'entrata paddock (più o meno): io grazie a un amico, senza il quale non sarei riuscita a combinare un'emerita cippalippa (e che quindi RINGRAZIO DI TUTTO CUORE), riesco a entrare nel paddock a patto che riconsegnassi il pass entro le 13.30; Francesca si dirige sulle tribune... più che sulle tribune, sulle pedane che partono dalle tribune e attraversano orizzontalmente il paddock, sarà il "mio grande occhio" dall'alto.
Tutto tace, non c'è un tifoso... incrocio qualche giornalista, inizio a guardare i camion, i piloti sono già in pista, dalla Ferrari, fuori l'hospitality ci sono il papà e il manager di Fernando, li guardo e passo... fondamentalmente sono lì per aspettare solo ed esclusivamente Alonso, ma non voglio dare troppo nell'occhio piazzandomi come un avvoltoio davanti ai loro camion.
In questa passeggiata tra i giganti incontro Giorgio Terruzzi, grande giornalista di Mediaset... la prima grande brutta figura di questa esperienza. Mi dirigo verso di lui e lo saluto, non in modo convenzionale ... "ciao Giorgio, piacere! Tu non mi conosci ma volevo dirti che sei uno dei giornalisti che maggiormente stimo " non so come possa essermi uscita sta cosa qui... lui la prende bene, ci stringiamo la mano, mi ringrazia, ci salutiamo e ognuno continua per la sua strada.
La Ferrari si trova in mezzo ai colossi tedeschi, Mercedes a destra e McLaren a sinistra... esattamente sulla sinistra c'è un bel Mercedes, targato Spagna, mi ci appoggio e inizio davvero a farmi gli affari miei fin quando non sento uno strano ciocco, come quello di una portiera che si chiude. Mi tiro su e mi ritrovo davanti uno Schumacher che mi guarda, sorride e io presa dall'imbarazzo/vergogna gli dico semplicemente "sorry" e me ne vado via... poi dalle foto circolate su Internet ho scoperto che lui ha preso la macchina per andare a vedere i colleghi testare, dall'interno del circuito.
L'attenzione è sempre alle stelle, ma la mattinata si profilava eternamente lunga se non fosse per il fatto che sono tenuta severamente sott'occhio dal sig. Alonso e da Garcia che probabilmente già intuiscono qualcosa!
Il tempo scorre lento come non mai mi era apparso prima ... alle 12.00 chiedo a un uomo della Ferrari, che sempre stanziava fuori dal box, quando Fernando sarebbe uscito... dalle 14 alle 15 mi dice (si certo... e nemmeno mangia?), capisco subito che non è vero.
Il cuore inizia a bruciare perché entro 1 ora avrei dovuto riconsegnare il pass e avrei potuto essere stata sbattuta fuori da un momento all'altro.
Provo a parlare con babbo di Fernando, dolce e gentile con tutti... con me a ogni cosa gli dicessi annuiva disinteressato e freddo come un pinguino... mi butto su Fabrizio Borra, il suo fisioterapista, chiedo a lui, risponde estremamente vago come quell'uomo Ferrari... e comprendo che mi rimane una sola possibilità, nonostante il passato burrascoso: LUIS GARCIA ABAD, il suo manager. Le rare volte che ho avuto a che fare con quell'uomo... tutto si trasformava sempre in una "guerra", anche qui parto psicologicamente sconfitta quando invece si dimostra il più affabile e disponibile del lotto "AlonsoClan".
Inizio presentandomi, dicendogli che abbiamo fatto un club su Fernando in Italia, che ho un sacchetto con alcuni pensieri per lui, gli parlo in spagnolo e nella mia testa penso che mi avrebbe mandato a zappare la terra e mi stupisce dicendomi "DAGLIELO" e facendo un sorriso, affermando che sarebbe uscito circa verso le ore 13.00. Per la serie "non ci posso credere".
I minuti scorrono inesorabili ... sono le 13.00; le 13.05; le 13.07; le 13.10 ... inizio a credere che mai sarei riuscita nella missione. Ogni volta che la porta del box Ferrari si apriva era una botta all'anima, la speranza di vederlo apparire in uno spiraglio... quando invece ad apparire erano sempre e solo i suoi meccanici.
Alle 13.12 s'avvera la mia previsione... come al solito c'è un sacco di gente ad attenderlo, ma ero decisa come mai lo ero stata prima... in qualche modo dovevo provarci. Esce! Gli uomini Ferrari lo accerchiano subito per allontanarlo dalla gente, in 4, uno in ogni lato... gli rimango dietro, lo tiro per la giacca, continuo a dirgli NANDO... nulla... carta JOLLY dico: "siamo del tuo club italiano". A queste parole, come se si accendesse una lampadina nella sua testa per la serie "questa l'ho già sentita", si gira verso di me, mi fissa per qualche secondo come quando una persona cerca di ricordare, gli dico che dentro al sacchetto ci sono alcuni regali per lui... prende il sacchetto, ringrazia e continua verso l'hospitality, io rimango fissa sul finire del camion!
Anche per me è tempo di andare... si certo !!! Consegno il pass-paddock alle 13.20 ma non esco, a patto che non mi sbattono fuori e lì inizia la parte più dura del viaggio.
Ora è come una lotta per la sopravvivenza... se ti beccano sei fuori e tutto finisce li! Rimango un po' nell'ombra, tra un camion e l'altro, tra un'hospitality e l'altra, vicino ai bagni, dietro le macchine! Mi pare di ritrovarmi in un gioco di ruolo, dove l'unico scopo è uscire viva dalla gabbia dei leoni. E' proprio nel momento della pausa pranzo che ho l'occasione di vedere (e filmare) Nico Rosberg che gioca a pallone e di fare la foto con Michael Schumacher... un nome una garanzia!



E' tempo di tornare in pista... faccio qualche foto e in questa occasione purtroppo mi perdo Alonso che ritorna nel box: questi gli unici momenti in cui mi catapulto alla luce del sole!
Sono le 15.07 ... ritrovo nuovamente Garcia solo, mi dirigo lentamente e cordialmente verso di lui, gli chiedo quando sarebbe uscito Alonso e lui con voce pacata mi risponde che è appena rientrato in pista ... lo ringrazio comunque e torno a giracchiare nell'ombra vedendo anche Felipe Massa, Alguersuari e Hamilton, quest'ultimo in borghese e avvolto in un capottino nero che gli donava proprio!!






Francesca continua ad incitarmi dall'alto, a tenermi sott'occhio come una chioccia fa con i suoi pulcini e a dirmi che non era il momento buono per arrendersi.
Alle 16.54 ritento l'arma "Garcia": gli chiedo quando Fernando sarebbe uscito, se era possibile parlargli 2 minuti non un di più non uno di meno, che ero senza pass (ho fatto ciò aprendomi veramente la giacca)... lui come al solito pacato e cordiale mi risponde (e intanto avrà pensato che ero una rompiscatole - giusto per essere fine -) che Fernando sarebbe uscito per le 17.30, che non potevo parlargli perché era il primo giorno di test e aveva già programmate una conferenza stampa in spagnolo e una in inglese (e ovviamente a seguito quella coi tecnici), al mio "mira Garcia estoy sin pass" lui risponde con un "madre mia como has hecho?" . Lo ringrazio è stato davvero cordiale con me e praticamente sono stata la sua palla al piede per tutta la giornata.
Alle 17.30 spaccate Fernando esce per andare in hospitality dove ha le due conferenze previste... esce parlando al telefono (avrà ricevuto davvero la chiamata o no?). Non lo voglio/posso disturbare, lo filmo semplicemente!



Entrano nel tendone Ferrari i giornalisti della conferenza stampa in spagnolo, uno a uno e diretti e regolati dal Luca Colajanni: alle 18.06 escono ed entrano quelli della conferenza stampa in inglese i quali a loro volta usciranno alle 18.29.
Anche Fernando esce dall'hospitality in direzione motorhome per la riunione con i suoi tecnici e con Felipe Massa alle 18.40 ed è qui che gli chiedo di fare un piccolo saluto ai soci del club italiano e di autografarmi una foto.



Prende il mio pennarello (quello che funzionava meglio) firma la foto e se lo porta via per fare altri autografi, visto che ho troppa gente davanti lo prendo dall'altra parte del motorhome dove a nessuno era venuto in mente di andare. Arrivo gli chiedo il pennarello (sarebbe stato il 3° in 5 anni preso da lui) e lui rimane un attimo , muto e immobile per poi dirmi, "l'ho dato a qualcun altro" ed è qui che salendo sulla scaletta del motorhome mi dice un semplice - CIAO - col sorriso sulla bocca che fa tirare fuori un sorriso anche a me, rispondendogli a mia volta con un altro semplicissimo "ciao".
Alle 18.45 esco dal paddock (per mia scelta quindi non sgamata dalla sicurezza) per ricongiungermi con Francesca e tornare così in albergo, concludendo una grandissima e preziosa giornata... come 1° giorno non c'è che dire: UNA MERAVIGLIA!

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