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15 febbraio 2011

[Intervista] Fernando Alonso a cuore aperto: so che la gente mi appoggia!

In occasione dei test svoltisi a Jerez, Fernando Alonso è stato intervistato da Manuel Franco, mostrandogli la sua faccia più umana.

Crede che il tifo nei suoi confronti sia unanime in Spagna?
Si c'è unità! Qui ci sono più di 300.000 persone, quando c'è un GP o dei test c'è sempre una marea azzurra per me, se esco a cenare fuori, la gente mi cerca in continuazione.

Però c'è gente che parla male di lei, non in tutti gli ambienti troviamo una bella immagine della sua persona...
Di questo argomento, ne parlavo l'altro giorno con Cristiano Ronaldo... tanti di questi che parlano male di me, quando mi vedono tremano alla sola idea di farsi una foto col sottoscritto e piangono. Posso farti anche un'altro esempio molto più terra a terra.
Un giorno a Montmelò, in occasione di alcuni test, un mio amico mi disse di aver visto alcuni fans di un certo forum che non facevano altro che criticarmi e mi disse che se lui fosse in me, se mi avessero chiesto un 'autografo non avrei dovuto farglielo. Appena sono uscito dal motorhome, queste persone erano seriamente invasate, hanno iniziato a farmi foto, mi hanno chiesto di farne una con loro e così ho fatto. Un conto è fare i "bulli" su Internet; un altro è provare ammirazione per un tuo conterraneo che sta portando in alto nel mondo la stessa bandiera. Detto ciò capisco che fa molta più notizia scrivere che Alonso abbia un certo numero di tifosi che gli da contro, piuttosto che dire 300.000 persone sono venute per lui.

A volte viene da chiedermi come una persona come lei, leggenda dello sport, pioniere della F1 in Spagna, con abbastanza dote anche per le generazioni future e che vive ancora sui circuiti del mondo, che cosa cerca ancora dalla vita?
Mi mancherebbe questa vita. La necessità di adrenalina, di competizione, di giocare e di rischiare. Mi mancherebbe quella sensazione di malinconia che ho, quando dopo due mesi di inattività sogno solo di sedermi nuovamente su una macchina. Per tutti questi motivi continuerò, fin quando avrò buoni risultati, fino al giorno in cui vedrò che il mio fisico e la mia mente non mi permettono più di competere al livello degli altri e fino ad ora ne ho ancora la possibilità!

Non le sto chiedendo di ritirarsi anticipatamente, Dio me ne guardi, ma alcuni giorni fa ho letto che lei si sarebbe ritirato nel momento in cui avrebbe avuto dei figli, è vero? E crede che nel momento in cui un pilota diventa padre perda davvero 1 secondo a giro?
Non la penso così e credo che il giorno in cui dedideremo di avere dei figli, non saranno sicuramente il perchè del mio ritiro.

Come vede la crisi economica, lei che è una stella dello sport?
Come voi altri, con preoccupazione. Ho molti amici che hanno perso il lavoro, che hanno difficoltà. Sei preoccupato per il tuo paese, ascolti e leggi le notizie di giornali e telegiornali. Desideri sempre il meglio per il tuo popolo, per i tuoi connazionali e ti rattristi, almeno per me è così, nel sentite certe notizie anche se per fortuna non ti toccano.

Le stelle dello sport dovrebbero essere dei punti di riferimento per la società?
Non abbiamo il potere di fare molto, ma siamo felici di essere una goccia nell'oceano, nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa. Grazie allo sport la gente resetta la mente e trova del tempo per svagarsi: vai a vedere una domenica una gara di F1 o una partita di calcio e in quegli attimi puoi dimenticarti dei problemi e delle preoccupazioni.

Quindi il vostro scopo è far felice la gente?
Anche! Ad esempio quando la Spagna ha vinto il mondiale di calcio, per quindici, venti giorni, sembrava che lo stato si fosse dimenticato dei problemi... si viveva con la luce del mondiale.

Di che cosa necessita la Spagna per uscire dalla crisi?
La pazienza, ma non è solo la Spagna che ne ha bisogno, a tutto il mondo serve. Stiamo affrontando una crisi globale per la quale non si può trovare una soluzione in pochi mesi. Bisogna avere pazienza nonostante costi molto lavoro.

L'anno scorso disse che per riuscire a rimanere una certa stabilità mentale, ha bisogno della vicinanza dei suoi amici, quelli veri, coi quali è cresciuto. Come può far convivere questo Alonso e Alonso pilota?
In pista vivi immerso nell'ambiente della F1. Sali in macchina, scendi in pista, giri, parli coi meccanici, con gli ingegneri, poi torni a casa. Chiami gli amici di un tempo, proponi loro di andare fuori a mangiare una pizza, di vedersi un film, di andare al cinema, di giocare a tennis o a calcetto e torni alla tua vita, alla tua normalità.

Molto si è detto sulla sua famosa frase "la F1 non è uno sport". Che cosa è allora?
La F1 è troppo un affare economico per essere considerato uno sport puro ed è troppo sport per essere considerato semplicemente un affare economico.
Non c'è solo la questione sportiva, ci sono questioni troppo grandi, troppi interessi, come il punto di vista economico, ma anche quello della ricerca... ci sono troppe cose per quello che la F1 è in sé.

Ora che sono passati quasi 10 anni, che cosa rimane del ragazzo che debuttò in F1 sulla Minardi?
La faccia seria... (ride). La mia espressione quando salgo in macchina, è come quella di un chirurgo prima che debba operare: non c'è il tempo di scherzare, bisogna trovare la concentrazione. Seriamente... che cosa è rimasto? La speranza, la voglia di vivere questo sport motoristico con tutto me stesso, l'ammirazione per le auto, la benzina, i motori, le persone che lavorano con te e per te... l'essenza di quel ragazzo.

Quando è andato a trovare il suo amico Kubica in ospedale ha temuto per la sua vita?
Robert è un grande pilota, uno dei migliori sulla griglia di quest'anno, un grande amico e prima o poi diventerà campione del mondo. Sulla questione della paura dico NO, non sono portato a pensare in maniera negativa e faccio un lavoro nel quale devi sempre mettere in preventivo il rischio, ne sono assolutamente consapevole di quello in cui mi avventuro ogni volta che salgo in macchina. Non devi e non puoi pensare mai male, anche quando vedi un collega in quelle condizioni.

Ora le lascio lo spazio per dire qualcosa a tutte quelle persone che sono partite dalle Asturie e sono arrivate a Jerez solo per vederla.
Quello che ci troveremo davanti sarà un campionato interessante, con molte incognite e per questo motivo non mi sento di dire di più. Stiamo lavorando duramente e dopo due o tre gare vedremo gli effettivi risultati di questa attività massacrante. Abbiamo un anno duro davanti, porteremo degli aggiornamenti sulla nostra vettura, cercheremo di evitare errori e di non dover rincorrere gli avversari. Di sicuro non smetteremo di combattere!

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