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20 aprile 2011

L'allenamento dei piloti di F1 - ve lo spieghiamo noi!

Lo sapete tutti: i piloti ormai con le tecnologie di questa F1 sono degli atleti completi. Devono avere una forma fisica che possa permettergli di dare sempre il 100% in occasione di prove, qualifiche e gara e poi è a dir poco normale e ovvio che ci sono alcune gare dove i piloti puntano a raggiungere il massimo risultato col minimo sforzo e viceversa.
L'allenamento di un pilota, si suddivide circa in 4 fasi: testa e collo, spalle e braccia, addome e schiena e infine non dimentichiamo il lavoro aerobico.

Allenamento di testa e collo:

Durante una gara automobilistica il tratto cervicale del pilota è sottoposto a sollecitazioni di tipo longitudinale e soprattutto di tipo trasversale (per effetto di curve e brusche frenate). A questo bisogna aggiungere che anche la massa del casco costituisce un peso ulteriore per la muscolatura del collo, la quale deve sopportare stimoli dell’ordine di 3-4 G (G sta per gravità terrestre; 4G significa che il corpo subisce accelerazioni pari a 4 volte il suo peso normale), molto simili a quelle di un pilota di aerei militari, che si ripercuotono sul corpo centinaia di volte durante ogni gara. La soluzione migliore per limitare i danni del tratto cervicale è data dall’allenamento specifico dei muscoli del collo, attraverso una preparazione atletica attuata con esercizi di flessioni anteriori, posteriori e laterali del capo e con esercizi di retropulsione dello stesso.
Per incrementare il carico, potete eseguire il movimento in posizione orizzontale (proni o supini), in modo da lavorare contro forza di gravità. In seguito gli stessi esercizi possono essere eseguiti indossando il casco di guida o con l’ausilio di elastici.

Allenamento di spalle e braccia:

Gli arti superiori sono quelli che hanno un contatto più diretto con le sollecitazioni che il terreno trasmette al volante. L’avambraccio del pilota è sottoposto a continue sollecitazioni vibratorie che lo inducono, durante tutto il periodo di gara, a mantenere una forte contrazione di base delle braccia, la quale viene notevolmente enfatizzata durante le sterzate, obbligando il pilota a ripetuti carichi di lavoro di circa 30-40 kg. L’allenamento degli arti superiori prevede, oltre a tutti i classici esercizi di potenziamento per spalle e braccia, come ad esempio le alzate laterali e frontali, i curl con manubri e il french press con bilanciere, anche specifici esercizi di resistenza alla forza per i muscoli dell’avambraccio. Per questi ultimi si utilizzano carichi bassi o medi, inseriti in un contesto di esercizi quali: flessioni dorsali e palmari delle mani, simulazioni di guida a braccia tese impugnando pesetti, circonduzione di polsi con le "Power Ball" (palline che contengono all’interno un sistema giroscopico che tende ad aumentare il carico all’aumentare della velocità di circonduzione) e altre diavolerie simili.

Allenamento di addome e schiena:
Quando il corpo umano è in posizione eretta, gli arti inferiori, soprattutto se flessi, riescono a fungere da ammortizzatori per quasi tutte quelle sollecitazioni che si trasmettono in direzione "piedi- testa", cioè in senso longitudinale all’asse corporeo. Al contrario, quando siamo seduti, le gambe non possono ricoprire il ruolo di ammortizzatori. Saranno quindi tutte le altre strutture corporee, glutei, addome e colonna vertebrale, ad assorbire le sollecitazioni verticali derivate dalle vibrazioni della macchina e dai sobbalzi improvvisi che questa compie durante la gara. E’ da notare che l’intensità delle sollecitazioni decresce all’aumentare della distanza verticale che queste devono percorrere, pertanto le zone soggette a maggiori sollecitazioni saranno i glutei e la zona lombare, mentre la testa risulterà meno colpita dalle scosse che provengono dal sedile dell’auto. Questo comporta un grosso sovraccarico per le strutture della colonna vertebrale, che può essere in parte alleviato, se la muscolatura adibita al sostegno del rachide è tonica e funzionale. Non possono quindi mancare gli esercizi di crunch (semplici o con rotazione) per il tratto addominale e le estensioni del busto per il tratto lombare, seguiti, a fine allenamento da esercizi di scarico per la colonna vertebrale.

Allenamento aerobico:
Durante le gare di Formula la frequenza cardiaca dei piloti si mantiene intorno a valori di 110-160 battiti al minuto, con picchi massimi di circa 190 battiti durante i momenti di più intenso stress psicofisico. L’innalzamento della frequenza cardiaca è dovuto, in effetti, più a stati di tipo emozionale piuttosto che ad un carico di lavoro fisico vero e proprio.
Infatti le discipline di tipo motoristico sono accompagnate da una forte componente emotiva, che determina particolari coinvolgimenti dei sistemi nervoso ed endocrino, nonché dell’apparato cardiocircolatorio.
Detto ciò, l’allenamento dei piloti deve prevedere delle sessioni di lavoro aerobico, che permettano al cuore di essere sempre pronto a carichi improvvisi, rispondendo al meglio, qualunque sia l’origine dello stimolo scatenante. A questo scopo utilizzeremo un cardiofrequenzimetro per monitorare le variazioni della frequenza cardiaca durante il lavoro, la quale si manterrà su valori di 120- 160 bpm a seconda del tipo di allenamento prescelto.

Per evitare situazioni di noia, è bene utilizzare vari attrezzi: corsa all’aperto e su runner bike in versione indoor e outdoor. Molto utile l’allenamento all’armoergometro, che ci permette di effettuare un esercizio aerobico utilizzando al contempo un lavoro di endurance per i muscoli degli arti superiori.

Per queste utilissime informazioni il blog ringrazia il sito http://www.italianbody.com/

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