Sono le 4 di mattina e la sveglia suona. Tutti i giorni mi sveglio sempre alle 7.30 per andare al lavoro, sono sempre stanca, immensamente stanca. Quel Mercoledì mi sono svegliata ben 3 ore e mezza prima, ma non mi pesa, sto andando a vedere quel qualcosa che mi piace, quel qualcosa che mi permette di estraniarmi dai miei problemi e di sentirmi bene, si va a Monaco per vedere la F1.
La gare di Montecarlo è a circa 3 ore e mezza da casa mia. Pochi anni fa, a causa di una spiacevole disavventura, giurai che mai più avrei messo piede nel Principato… ecco perché non bisogna giurare!
Si arriva a Montecarlo per poco prima delle nove. Si fatica a trovare il residence dove alloggeremo per una notte sola.
I Giardini di Elisa, questo il suo nome, sembrano non avere locazione. C’è chi ci manda a destra, chi a sinistra, chi ci fa fare le scale (rigorosamente in salita)… quel che è certo è che il popolo monegasco in fatto di indicazioni ha un poco le idee confuse. Finalmente troviamo uno spazzino, è italiano di Ventimiglia, ma lavora a Montecarlo. Come dire, ci dice subito e con precisione dove passare. Risultato? Ci arriviamo in bocca! Italia batte Francia 1-0, se vogliamo utilizzare l’espressione calcistica.
Il tempo che si trascorre dentro il residence solo per fare il ceck-in e per sentire la spiegazione di come funzionano le porte, di come fare per scendere a Monaco (trovandosi a Beausoleil) mi sembrano solo parole lasciate al vento. Meno male che c’era Francesca… mentre la simpatica ragazza della segreteria ci spiegava le cose, io pensavo a Monaco, a cosa ci avrebbe aspettato, là in basso. Pensavo già a fermare Fernando, a parlargli del fan club… a che altro?
Alle 11.00 il circuito è davanti a noi. A sinistra verso la linea del traguardo, a destra direzione Rascasse e quindi paddock. Credo non sia nemmeno da scrivere quale sia stata la mia scelta.
Il bello di arrivare il mercoledì è di ritrovarsi, seppur per brevissimo tempo, fino alle prime ore del pomeriggio, il paddock aperto. La speranza è che ad arrivare siano i piloti, in modo da fermarli e provare a parlare con loro. Dopo qualche foto di rito a motorhome e alle barche circostanti solamente a mezzo giorno inizia a scrutarsi l’ombra di un pilota, quale Felipe Massa, che dall’alto della palazzina Ferrari guarda verso il basso. Raperonzolo butta giù la treccia che saliamo!
Circa alle 12.20 scende tra noi, o comuni mortali, ed è lì che la sua vita ha fine, per lo meno per i prossimi 2 giorni.
La mia prima preda era lui. Gli uomini si prendono tutti per la gola e fu questa la motivazione che mi portò a comprare, il giorno prima, 5 pacchettini di canestrelli da distribuire all’interno del paddock. La missione uno della foto abbracciati al Fili scola via liscia come l’olio, avrebbe potuto anche riposarsi i giorni a seguire, se non fosse che anche lui scherzava con noi e stava al gioco.
Ci passano davanti gli occhi Perez, Maldonado, Schumacher e Heidfeld. Continua a essere quel LUI che manca, ma come dice anche nella pubblicità LUI stacca sempre all’ultimo e quando arriva non facciamo a tempo a girarci che già si è intrufolato nel motorhome Ferrari. Il tempo di dire Fer… e con un sospiro di delusione …nando…
Se è entrato dovrà pur ben uscire e lo aspetteremo li davanti. Peccato solo che alle 16 circa chiudono i paddock e in quel momento, si, mi è sembrato di essere spacciata. Intanto esce nuovamente Felipe, vediamo Webber, facciamo qualche foto alla rocca, ma siamo ancora in vorticosa attesa solamente di una persona che quando questa esce la sottoscritta lo chiama, lui non si ferma e sempre la sottoscritta sbotta spazientata con un bel “Fernando è da stamattina che sono qui”. Lui si gira verso di me, mi guarda, allarga le braccia come da dire “cosa ne posso?!”
Nel contempo divertimento a tutti i modi: oltre che dare ordini a Felipe, c’è tempo per infamare a bassa voce Petrov ogni volta che passa, c’è tempo di dare le direttive ai cameramen della RAI per dove mettersi con i loro aggeggi in modo da non ostacolare la mia caccia miracolosa, c’è tempo di salutare il buon Ettore Giovanelli che non si aspettava di essere salutato, c’è anche il tempo di commentare i vestiti obrobiosi delle “signore” che vengono a vedere la F1 dal di fuori del paddock.
Ecco Fernando! Va a fare degli autografi, noi siamo dal lato sinistro, la paura che non venga è troppa.
Passa la Stefania Bocca, la portavoce della Ferrari, la fermiamo gentilmente. Lei carina come al solito ci dice che dovrebbe andare a prendere Felipe ma attende fino all’ultimo quando fa segno a Fernando di passare da noi. Lui viene si ferma inizio a parlargli del club, del fatto che siamo i primi in Italia, che chiesi a Garcia di poterlo fare socio onorario e mi disse di si e che gli avevamo portato la tessera di socio onorario appunto e un pensiero da Genova, un altro pacchetto di canestrelli anche per lui. Complice forse il momento vuoto, complice la chiamata di Stefania, complici le telecamere che ci attorniavano, lui gentilissimo si ferma e sorride alle nostre parole, sembra felice. Il quasi tutto ripreso dalle telecamere di TV3 Catalunya.
A consegna effettuata lo salutiamo, ringraziamo Stefania, è stata grande! Tempo di qualche altra foto fatta giusto per riempire la giornata. Decidiamo di andare a mangiare qualcosa in un ristorantino poco sotto la stazione e chi ti passa giù di lì? Un Nicolas Todt tutto preso dalla sua corsetta serale, per nulla affaticato e/o sudato, seguito da una ragazza bionda (la fidanzata probabilmente) che vi dirò… ho pensato che ci avrebbe tirato il calzino da lì a poco!
In tal caso ero subito pronta a prendere il posto!
E dopo una giornata così ci si incammina, stanche ma soddisfatte verso quei Giardini di Elisa, dimora di una notte. Con nel cuore la sensazione che tutto era già quasi finito ma pur sapendo che avevo ancora una cosa da fare: parlare con Stefano Domenicali!
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