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4 giugno 2011

Montecarlo Day 2: Le brevi parole sono quelle che contano

La giornata inizia, ancora una volta, sapendo che sarebbe già stata l’ultima. Si esce dal residence e con un astuto gioco di ascensori e passaggi sotterranei si arriva velocemente da Beausoleil a Monaco, stazione. Uscire dalla stazione e dirigersi in zona paddock è semplicissimo anche perché è tutto in discesa. Non abbiamo i pass (magari…) abbiamo il biglietto dello Stars&Bars, il bar che si trova sotto i portici, davanti alle reti che dividono il paddock dai comuni mortali.

Il prezzo è buono, inteso se vuoi vedere i piloti, perché da lì, sai benissimo che non vedrai il centimetro di una vettura di F1!
20.00€ per passeggiare avanti e indietro attorno ai motorhome, dal di fuori delle reti: loro come cagnolini e gattini in gabbia pronti a essere acquistati. E non dimentichiamo lo sconto del 10% sul pranzo, ovviamente se consumato nel locale!

A Montecarlo c’è una famosa tribuna VIP, alonsista, appena sotto la rocca, con striscioni, sedie e frighetto-bar con ogni diavoleria pronta da consumare. A preparare ciò è il Fan Club di Fernando Alonso di Oviedo. Una locazione adatta in uno dei pochi posti gratuiti dal dove poter vedere la gara. E da quest’anno non sarà più la sola



Col il biglietto dello Stars&Bars possiamo scendere in completa tranquillità verso la nostra postazione a bordo del paddock perché ho più bisogno di Stefano Domenicali in questo frangente di vita che di nessun altro.
Per le 09.00 siamo giù! Facciamo un giro, per non fermarci subito davanti alla Ferrari. Arriviamo fino alla Red Bull. C’è un bel venticello che ci rinfresca, altrimenti saremo morte lì… non c’è molto da fare!
Decidiamo di andare a trovarci una posizione migliore per il passaggio dei piloti e nuovamente dobbiamo cincumnavigare il litorale della grande griglia bianca. Mi chiama mia zia da Genova, ero distratta e in un attimo, si fa cadere l’intera Montecarlo nel panico generale!

Francesca dimentica il suo zainetto Ferrari, ai bordi dell’hospitality Redbull: ATTENTATO AL TEAM DEI BIBITARI! Questo almeno è quello che riportano svariati giornali/siti internet mondiali. Vi basti sapere che è dovuta andare a riprendersi il suo zainetto rosso dalla Polizia Marittima, dopo che gli artificieri lo avevano sapientemente controllato, cercando anche dentro alla biancheria sporca. E il bello sapete cosa era? Che mentre me lo raccontava, nonostante ci provassi in tutti i modi, non riuscivo a stare seria!!



Posizionate nella nostra tribunetta VIP ecco che passa Fernando, sta andando verso i box, per le prove libere, seguito da Edorado Bendinelli, il suo fisio oltre che suo cognato.
Lo salutiamo e lui ci risponde con un “Ciao, come va?”… che dire… siamo rimaste lì inebetite della serie come se avesse parlato un alieno. Avete presenti quelle scene stile assorto a pensare a non sai nemmeno te a cosa? Proprio quelle!





Passano tanti piloti, senza dubbio uno dei migliori posti che abbia mai sperimentato per questo tipo di esperienze di caccia sfrenata.
Passano Button, che si è fermato da tutti e non da me e Francesca che avevamo rispettivamente le magliette della Spagna campione del mondo e della Ferrari, passano Glock, Barrichello, Maldonado, Sutil, Hamilton che si ferma ad autografarmi una foto che gli ho fatto a Monza.





Ma se ieri stavo aspettando Alonso oggi era il giorno della stoccata decisiva a Domenicali, eccolo che arriva! Cavolo! Sta parlando con Horner.
Non posso chiamarlo, sarebbe parecchio maleducato e quindi non apprezzato nemmeno dallo Stefano, dovrei giocarmi meglio la carta finale visto che il tempo inizia a starmi stretto.

Ora di pranzo: insalata di pollo allo Stars&Bars e chi ci becchiamo? Il pazzo furioso tifoso di Schumacher che sembrava una leggenda. Di lui ho letto/visto foto su Motorsport. Sembrava leggendario e mitico perché in pochi l’avevano scrutato dal vivo fino al giorno d’oggi ed eccolo lì in tenuta Mercedes. Il lupo perde il pelo ma non il vizio!



Dopo il lauto pranzo, consumato in occasione delle seconde prove libere, torniamo alla nostra Tribunetta VIP certe che qualche barboncello si sarebbe insidiato e che avremmo dovuto chiamare la Gendarmerie per farli sbattere fuori e invece no! In ogni tribuna VIP c’è un cartello che ne vieta l’accesso ai non autorizzati e così è stato anche nel nostro caso!



Finiscono le libere… è nuovamente un via e vai di piloti, team manager, meccanici e chi più ne ha più ne metta. E mentre il tempo stringe degrigno i denti solo nella speranza di vedere Domenicali.

Dopo un po’ di tempo eccolo passare. Lo chiamo con gentilezza, so che non ci avrebbe ignorate è così gentile, umano. Lui viene con estrema dolcezza gli chiedo se posso parlargli, lui ascolta.
Gli parlo del fan club di Fernando, gli dico se fosse possibile a Monza organizzare un breve incontro col pilota, che non so a chi altro chiedere. Dice che è fattibile e che ci avrebbe mandato uno (presumibilmente il Colajanni) a parlarne.
Vi dirò: ogni volta che vado a vedere io la F1 avrei bisogno di un mio cameraman che filmi ogni singolo minuto, avrei davvero voluto rivedere la mia faccia mentre lui mi dice È FATTIBILE.
Era tremendamente preso dai suoi impegni, per poco manco si fermava a prendere il pacchetto di caramelle monegasche che gli abbiamo comprato e regalato.

Poco dopo passa Fernando è con Glock, parlavano fitto fitto. Quando uno è dotato di una spudorata faccia da fondoschiena, deve usarla, altrimenti è un attributo sprecato. Chiamo anche lui dicendo il suo nome e invitandolo a venire come si fa con i bambini, muovendo le due dita della mano.



Viene, gli chiedo se magari può regalarci una maglietta sua o della Ferrari, da autografarci per il fan club in modo da appenderla in rete. Dice che ci avrebbe guardato l’indomani e io che gli rispondo repentinamente che l’indomani sarebbe stato troppo tardi perché noi tra esattamente 2 ore alzavamo le tende… anche lui ci ha detto che ci avrebbe guardato e sarebbe ritornato lì.

A motori spenti, con la Monaco che iniziava ad animarsi erano due le sciocche ancora abarbicate alle reti dei paddock, dove ormai, fuorché i meccanici sudati e affaticati, non passava nemmeno l’ombra del pilota.

Si aspetta un’ora e mezza e prima di avviarci alla stazione, come invece Francesca mi consigliava, decido di fare un’altra puntata sotto al motorhome Ferrari. Dopo 10 minuti buoni vedo Domenicali dai vetri, io evidentemente agitata per il tempo che inesorabilmente stringeva, gli faccio segno di scendere.
Lui si da una manata sulla testa (come quando ci si dimentica qualcosa) e mi fa segno di aspettare: non abbiamo tempo di aspettare. In mezzo al trambusto generale ci va di mezzo il buon Ettore Giovannelli che mi saluta in un momento di profusione di svariati Dio Bono.

Aspettiamo ancora un po’… siamo al limite! Domenicali continua a entrare e uscire dalla stanza delle riunioni tecniche, mi fa segno di aspettare, ancora. Non possiamo! Facciamo un biglietto (la nostra ultima possibilità), su un foglio strappato con pennarello nero, indelebile, con su scritto: “Egregio Dottor Domenicali, le scrivo questo biglietto per spiegarle come non possiamo fermarci ulteriormente in quanto rischiamo di perdere l’ultima corsa del treno per il rientro a casa. Qualora abbia piacere può ricontattarci a questa e-mail: popoloalonsista @ libero.it, Cordiali Saluti Eleonora Ottonello e Popolo Alonsista“.

Ma come darlo alla reception della Ferrari? Il problema maggiore. Passa l’ingegner Bruno, esattamente quello della Rai, lo fermo, gli chiedo se può portarlo in reception, lo fa immediatamente! Lo ringraziamo e scappiamo via e nel cuore continuavo ad avere quel pensiero fisso, perché non si può scappare da Domenicali, pur sapendo che quel bigliettino, in reception, si sarebbe trasformato in un bel aeroplanino di carta!

Bolt a noi ci fa un baffo! In 9 minuti facciamo di corsa paddock-binario della stazione per Ventimiglia. Sottolineo: TUTTA IN SALITA!
Arrivando alla gare ci aspetta un’amara sorpresa: il treno ha 10 minuti di ritardo, potevamo evitare la colossale corsa ma il peggio doveva ancora venire.

Arriviamo a Ventimiglia, cerchiamo il treno per Genova: non c’è! È già partito, non ha aspettato la coincidenza francese… roba da FS vi stupite? Si chiede e si passa una piacevole serata in compagnia dei carabinieri, fuori dalla stazione. Lavoravano, loro.
In molti non ci pensano, ma Ventimiglia è l’ultima città al confine con la Francia e nelle salette della stazione ci sono tanti immigrati tunisini, libici e chissà di dove che aspettano il momento buono per passare. I gendarmi italiani sono lì a lavorare, per tutta la notte. Si divertivano esilarati, ai nostri racconti da pazze furiose all’avventura della Formula 1 come detto da loro: “di gente così ne avevamo solo sentito parlare, ma mai incontrata”, ora non so questo quanto positivo potesse essere…

Troviamo un albergo 3 stelle, l’unico in tutta Ventimiglia con una camera: rispetto a dove abbiamo alloggiato a Beausoleil è una bettola! Per farvi capire: dormiamo sopra al copriletto, è solamente una notte e una notte passa veloce, se non sei mangiata viva dentro dai rimorsi e dai rimpianti: scappare da Domenicali per non perdere il treno e perderlo comunque ma non per colpa tua.

Ci sale una pazza idea. Eravamo già lì l’indomani avremo rincasato in mattinata? Ma anche no! Si torna a Montecarlo alla ricerca di quell’unico obiettivo che porta il nome di Stefano Domenicali.

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