Di norma un tifoso che segue la F1, segue una squadra e si ritiene tale. Io no!
Io ho sempre preferito le emozioni che mi regalavano i piloti singoli.
Da qui sorge la domanda dalla dubbia risposta che frustra tutti i profondi seguitori di questa disciplina: come riteniamo questa F1, sport individuale o di squadra?
Probabilmente stiamo per affrontare un discorso del quale non arriveremo mai a capo, dove ognuno rimarrà, imperturbabile, nella sua scelta... noi proviamoci, la ritengo un'analisi basilare per farvi concepire al meglio quale sia il mio personale punto di vista, per farvi capire come io preferisca Fernando Alonso a una marca.
Il tifo, ritenuto come teoria, si suddivide tra il movimento di "sport individuale" e quello denominato "sport di squadra".
Il primo gruppo, ritiene la Formula 1 come una disciplina singolare, dove, la classifica piloti è maggiormente importante rispetto a quella costruttori: il loro punto fermo è il pilota, supportato e parteggiato sempre e comunque indipendentemente dal team per il quale possa correre.
La caccia al gadget, al merchandising, diventa come la guerra di Troia: provi ad ottenere più cose possibili di ogni inimmaginabile prodotto che il tuo idolo pubblicizza. Alla fine arrivi spossato e distrutto ma accerchiato da diavolerie multimarca.
Il movimento dei sostenitori dello "sport di squadra", probabilmente quello più conosciuto e diffuso in Italia grazie alla Ferrari, ritiene il campionato costruttori molto più importante del piloti, sostenendo sempre e comunque quello che viene definito "gruppo di lavoro".
L'importante è che vinca il team, non è fondamentale chi sia seduto nell'abitacolo. Se è vero che generalmente questa corrente di pensiero dimentica il passato, si scivola, a parer mio, nel concetto di ipocrisia. Come puoi esser fiero di avere nella tua squadra del cuore un pilota che fino all'anno prima, magari, ha sparlato e gettato fango su quello che è il tuo "credo sportivo" e contro il quale anche te, ti sei fortemente opposto? Questo ultimo concetto rappresenta la sintetica illustrazione del perché io mai potrei tifare una marca.
Mi metto nei panni del "ferrarista medio non moderato" (perché grazie a Dio, esistono i moderati e sono la maggioranza). Dal 2010 ama Fernando Alonso,come in passato ha amato Schumacher.
Nonostante dal 2005, ossia da quando lo spagnolo è diventato un pericoloso avversario del tedesco, lo ha insultato, schernito, ingiuriato, denigrato, ora accoglie Fernando a braccia aperte, gioisce quando lo vede sfrecciare, lo idolatra a ogni sua singola parola. Questa per me è incoerenza.
Come quelli che fino al 2006 hanno amato calorosamente Schumacher e dall'anno scorso non perdono occasione per svergognarlo e deriderlo per la sola colpa di essere tornato al volante di una Formula 1 ma non su una Ferrari. Cambiano i protagonisti, ma per quanto mi riguarda la logica appare equivalente.
Troviamo una terza categoria di tifoso, velata, che è difficile identificare in una o due parole. È un tifoso che crede ciecamente di supportare un team, quando invece dentro di sé si cela, e non si vuol far uscire, il movimento di osservatore di questa Formula 1 dal punto di vista "fan del pilota singolo", situazione evidente quando sei estremamente di parte per uno dei due corridori e si sprecano parole ingiuriando il compagno.
Quando ciò viene fatto notare, ci si scalda a tal punto da chiudere delle amicizie con la persona che lo fa saltare agli occhi, affermando strenuamente che, col solo scopo di auto-convincersi, l'unica cosa importante è vedere il team vincere, nonostante si sappia benissimo che non sia così.
È per tutta questa immensa serie di motivazioni che io, forse anche per una mia questione, mi pongo nel gruppo uno e decido di portare nel cuore i singoli.
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