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27 luglio 2011

Maranello ha già il suo RE: Fernando Alonso di Oviedo

Il team Ferrari, al Nürburgring ha ufficialmente constatato che non è stato ne una botta di fortuna tanto meno la bella riuscita di un miracolo.
Dietro a questo risultato ci sono ore di lavoro dell'intera Ferrari s.p.a e di Fernando Alonso che poco a poco sta diventando la nuova stella di Maranello, non solo grazie ai risultati ma anche per il modo di gestire e motivare la squadra, soprattutto per la sua capacità di organizzazione lavorativa.
Alonso, per l'ennesima volta, è giunto in Germania direttamente dall'Italia, dalla sede del cavallino rampante per ottimizzare al meglio il tempo che non è possibile trascorrere in pista, ma utile a modo suo per migliorare la vettura.

Il mondiale di F1 è praticamente pronto per un altro appuntamento iridato domenica prossima a Budapest, in Ungheria, l'ultimo prima delle tre settimane di riposo obbligato imposte dalla Federazione.
In Ferrari stanno facendo i compiti e le critiche si stanno modificando in elogi: Alonso è stato il pilota che ha guadagnato il maggior numero di punti nelle ultime tre gare e la decisione di mollare lo sviluppo della vettura 2011, dedicandosi completamente a quella del prossimo anno, è decaduta molto velocemente.

Fernando Alonso ha lasciato Lugano ed è ritornato a Oviedo, nella sua Spagna, a casa: anche Maranello è casa sua però. Non c'è settimana che passa nella quale lui non trascorra almeno un paio di giorni in quel della pianura modenese lavorando al simulatore, riunendosi con i suoi tecnici e ingegneri e mettendo a disposizione dell'intero team le sue grandi attitudini da pilota-collaudatore che l'hanno sempre caratterizzato fin dal suo arrivo in Formula 1.
L'asturiano si è convertito in un esempio da seguire, l'uomo che fa sognare per le sue prestazioni in pista e motiva lo staff per quel bisogno di contatto diretto con i suoi uomini.

Nessuno può immaginare quanto effettivo lavoro sia stato fatto sulla 150° Italia da fine maggio ad ora: quando la stagione è iniziata la Ferrari era distante anni luce dalla Red Bull, circa di un secondo e mezzo.
Da Montecarlo Alonso è arrivato sul podio con estrema regolarità: secondo nel Principato, a Valencia e al Nürburgring; primo a Silverstone, nella tana del nemico. L'unica pecca di questo percorso è lo zero in classifica del Canada dove, dopo una toccatina con Button, lo spagnolo è rimasto immobile sul cordolo senza poter far nulla.

Questi risultati sono la conseguenza di un'evoluzione dell'intera vettura. Il ritmo in gara c'è, ma bisogna assolutamente migliorare la qualifica per stare più avanti sulla griglia di partenza.
Il problema è che su questa vettura, che si è dimostrata competitiva sia su piste lente che veloci, nelle curve a stretto o a largo raggio, i pneumatici non riescono a raggiungere temperature soddisfacenti prima di 4/5 giri, a differenza degli avversari.

Uno dei sintomi che ci mostrano la voglia della Ferrari di migliorare e di proseguire su questa strada è senza dubbio è il miglioramento della Galleria del Vento che sarà completamente rivista ed allargata secondo i crismi della moderna F.1 con modelli in scala al sessanta per cento, anziché al quaranta per cento, come sono stati usati fino allo scorso anno.
In attesa che la nuova struttura di Maranello, Nikolas Tombazis utilizzerà una delle due gallerie del vento che la Toyota ha messo a disposizione al team del Cavallino a Colonia.

La firma sulla Ferrari F1 del 2012 sarà quella di Pat Fry, di fatti il tecnico britannico acquistato dalla McLaren sarà supportato da Rory Byrne, il sudafricano mago inventore delle Ferrari vincenti di Schumacher e maestro di Costa.
La ricetta per tornare alla vittoria già dal prossimo anno si riassume proprio con Pat Fry all'autotelaio, con Corrado Lanzone al reparto produzione e Luca Marmorini in quello motori ed elettronica e Domenicali avrà il delicato compito di coordinare queste tre aree e incrociare le dita affinché arrivi la svolta richiesta.

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