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4 luglio 2011

Massimiliano Portioli, un cuoco ad alta velocità

Massimiliano Portioli, classe 1980, ama anche il dettaglio più insignificante del suo lavoro. Dopo gli studi all'istituto alberghiero di Nazarano di Carpi, con un passaparola realizza il sogno di miliaia di ragazzi del giorno d'oggi e arriva in Formula 1 con la Renault in occasione del Gran Premio di Montecarlo del 2004, per la cronaca, conclusosi con la vittoria di Jarno Trulli, all'ora pilota proprio del team francese.

Max, come lo chiamano i suoi amici, è il cuoco italiano che si occupa dei test e delle gare per la stagione 2011. Percorrendo i paddock di tutto il mondo, ci ha reso partecipi della sua vita ad alta velocità tra motorhome, piloti e curiosità.

Se di piloti e vetture sappiamo quasi tutto, è bello iniziare a capire come gira la vita degli addetti ai lavori di chi vive la Formula 1 non come un divertimento ma come il suo lavoro. L'arrivo in circuito è previsto per il lunedì antecedente la gara: la prima cosa da fare è montare i motorhome, e nel caso specifico della sezione catering-cucina iniziare a organizzare le spese e gli ordini della settimana tra cui bevande, cibi e tutto il necessario.

Come afferma Massimiliano: "Dal martedì si inizia a cucinare davvero per circa una ventina di persone. Il menù è molto semplice: un primo, un secondo caldo, insalate varie, dolci e frutta; il mercoledì è molto simile al martedì, con la sola differenza che bisogna cucinare per più persone, circa 35. Il mercoledì è anche parecchio importante perché è il giorno nel quale ultimiamo le spese". L'arrivo del week end di gara vero e proprio è sentito non solo da meccanici e piloti, ma anche da chi lavora dietro le quinte.

Chi pensa che nella Formula 1 di oggi come in quella di vent'anni fa, il ruolo principale sia dei piloti sbaglia e le parole di Massimiliano sono la conferma di ciò che ho appena affermato: "Il giovedì iniziamo alle 08.30 di mattina circa, spostandoci dall’hotel al circuito con tutto il team. La squadra pranza alle 13.00 circa con due primi, due secondi, tre contorni, sei o sette insalate a buffet, dolci come per esempio torte, mousse o yogurt.
Abbiamo circa 80 persone da sfamare tra le due hospitality, suddivisi più o meno in 55 inglesi e 25 francesi e ovviamente bisogna aggiungere i rispettivi ospiti tra giornalisti e sponsor.
Il giovedì è per antonomasia il giorno dedicato ai giornalisti e alle PR ed è per questo motivo che i piloti mangiano quando hanno tempo, tra un’intervista e l’altra
", e continua, "Il venerdì inizia a essere più impegnativo perché alle 07.00 siamo già in circuito a preparare per la squadra, la tipica colazione inglese composta da uova fritte, in camicia, strapazzate, bacon, salsicce, pomodori grigliati, fagioli in salsa di pomodoro, funghi trifolati e croissant, quest’ultime, però, vengono servite dalle 08.00 alle 09.00".

Ebbene sì: se meccanici e piloti non hanno un attimo di pace, anche i cuochi non sono da meno. Terminate le colazioni bisogna iniziare subito a preparare il pranzo per team, ospiti e piloti e come afferma il nostro intervistato speciale "bisogna davvero correre".

Il sabato e la domenica, quando si entra nel vivo della gara, l'atmosfera si fa davvero calda: i meccanici al sabato pranzano alle 12.30 con uno snack (panini, pizza o qualcosa di veloce) da consumarsi nei box in quanto manca il tempo materiale per affrontare (e aggiungiamo noi, digerire) il pasto nel motorhome, i piloti pranzano sempre alle 12.30, invece gli ospiti e i sponsor, sono soliti mangiare durante le qualifiche.

La domenica, causa gara imminente, se si vuole vedere con tranquillità la corsa bisogna essere organizzati e pronti nel migliore dei modi come afferma lo stesso Massimiliano: "Il pranzo del team è alle 12.00 e gli ospiti pranzano subito dopo.
Cerchiamo di sgomberare quasi subito l’hospitality per essere pronti, anche noi, per la partenza e per poter guardare la gara in santa pace, ma per le 17.30 dobbiamo già preparare la cena per il team, l’ultima del week end e quindi, la domenica, il relax è parecchio limitato
".

Ma chi li compone i menù? Pensano a tutto gli chef. Anche nei posti più assurdi si trova tutto con estrema facilità grazie ai loro fornitori di prodotti italiani. I componenti del team si conoscono da anni, conoscono i loro gusti e riescono ad accontentarli anche nelle richieste più disparate e come afferma c'è sempre un gran consulto prima della preparazione dei piatti: "Ci consultiamo tra di noi nelle preparazioni, nel senso che magari io faccio i dolci, un altro le carni, un altro il pesce e così via".

I piloti hanno le loro diete da seguire; i cuochi i consigli dei fisioterapisti da interpretare. Non è certamente il mestiere più facile del mondo che tutti pensano e soddisfare i gusti o le diete, che potrebbe sembrare roba da tutti i giorni, comporta anche pazienza e soprattutto tanta memoria: "Vitaly (Petrov) mangia un toast a colazione di solito, non sempre perché è un po' a dieta mentre Nick (Heidfeld) a colazione a volte prende una fetta di pane da toast con un uovo in camicia.
Bruno (Senna) che è il nostro tester, a colazione prende una ciotola di cereali con il latte e due fette di pane da toast integrale con due uova in camicia
".

E non finisce qui! In occasione del pranzo è tutto da rifare: "Petrov a pranzo spaghetti in bianco, verdure alla griglia e petto di pollo o pesce bianco e a cena quasi sempre pesce tipo salmone o insalate con del pesce. Heidfeld a pranzo vuole un piatto misto con due panini piccoli sul serio: uno con pomodoro e mozzarella e uno con tonno mais e maionese.
In aggiunta prende qualche verdura, dei crostini, alle volte una specie bruschetta al pomodoro, spaghetti al pomodoro e cose del tipo, tutto in piccole razioni e nello stesso piatto. In questo modo può scegliere quello che preferisce mangiare!
"

Dalle parole di Massimiliano si comprende come il più libertino, in cucina s'intende, sia Bruno Senna: "Bruno, sia a pranzo che a cena si serve dal buffet, non ha pretese e ama le verdure". E nemmeno a chiederselo è proprio Senna quello maggiormente attento all'aspetto mangereccio della situazione, quello che chiede allo chef come cucina una cosa rispetto a un'altra: "È un Buongustaio".

Per i piloti è normale correre sotto pressione, ma ci avreste scommesso che magari sono i cuochi o le ragazze del catering più nervosi di Petrov o Heidfeld che sia? La partenza è per tutti il momento critico della competizione dove la tensione sale a dismisura e l'agitazione prende il controllo del corpo: come ogni tifoso tirano tutti un sospiro di sollievo solo in occasione dell'arrivo.
"Quando finalmente la vettura taglia il traguardo e vince, c’è un’esplosione di gioia immensa, è indescrivibile: sembra la fine dell’incubo!
Nessuno può mai sapere cosa possa accadere, una rottura, un incidente, un temporale improvviso, ogni cosa può rovinare tutto e subito
", afferma Max e continua " La sera dopo aver smontato, si festeggia, anche se si è stanchi morti e anche con colleghi di altre squadre perché alla fin fine siamo avversari sul campo, ma siamo amici e ci rispettiamo".

Massimiliano lavora in un mondo che sembra fatto d'oro zecchino tra champagne, feste, VIP, belle donne e lusso sfrenato. All'inizio è davvero tutto magico, sembra di ritrovarsi in una favola: fai parte di un mondo che fino al giorno primo hai potuto vedere solo in televisione.
I camion lucidati, le mega hospitality sono quello che la Formula 1 vuol far trasparire di sé e uso il termine "trasparire" non a caso. Lo stesso Massimiliano conferma le nostre parole: "Dentro ai mega motorhome si fanno le stesse cose che si facevano sotto alle tende nella Formula 1 di venti anni fa. In Formula 1 conta molto apparire: pensa solo all’ultimo circuito di Abu Dhabi, se non è appariscente quello".

Con il grande "Circus" giri il mondo, conosci nuova gente, apprendi nuovi tipi di cucina e conosci svariate lingue o posti nei quali non saresti mai andato, se in più ti piace la Formula 1 sei a cavallo ma ci sono anche i contro come ci illustra: "Se hai una famiglia a casa non è il massimo della vita e poi ultimamente, con questa crisi, in una gara ci sei e nell’altra forse".

Per i giovani, che dopo questa intervista, hanno ancora voglia di affrontare la stessa strada che ha seguito Massimiliano, non poteva mancare un consiglio proprio rivolto a quei ragazzi che intendono realizzare il loro sogno: "Che cosa posso consigliare? Presentarsi dai vari catering con tanto di curriculum in inglese, parlarlo, dare la massima disponibilità e sperare in una chiamata o magari in un passaparola come è successo a me che alle volte è la miglior soluzione!"

Grazie Max per la tua gentilezza e un in bocca al lupo a tutti quelli che leggendo questo stralcio di vita capiscono che possono farcela!


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