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3 marzo 2011

Fernando Alonso: 10 anni dal debutto di un mito!

Il 4 marzo 2001, Fernando Alonso, a bordo di una Minardi si schierava per la prima volta sulla griglia di partenza di F1 del GP d'Australia. Sono già passati 10 anni da quella data, 10 anni come simbolo sportivo spagnolo: prima del suo arrivo la F1 non era nemmeno trasmessa in diretta, seguita da 300 mila persone a discapito degli attuali 6 milioni... solamente il calcio riesce a stargli davanti ad audience!
Fernando ripensa alla sua vita passata sulle piste di tutto il mondo e rivela le sue confessioni più intime in esclusiva a Marca.

Che cosa ti ricordi di quel 4 marzo 2001 al gran premio d'Australia? Ogni tanto pensi a come eri allora e a come sei arrivato in F1 con la Minardi?
Bhe... non riguardo molto indietro. Per dire la verità non riguardo quasi mai al passato, non amo rimuginarci sopra. Però se voi me lo chiedete, certo ho molti ricordi stampati in testa.

Nemmeno a come hai vissuto il debutto in F1?
Ero felice, mi sentivo bene, mi sentivo un privilegiato a poter stare li. Un debutto è sempre emozionante. Sono stato per tutta la settimana in Australia, con la sola speranza che potesse arrivare la domenica per correre finalmente, in modo che il lunedì potessi dire di aver partecipato a un gran premio di F1, qualcosa di fantastico.

E' vero che non conoscevi la faccia di molti piloti e che Barrichello ti sembrava "poca cosa" fisicamente parlando?
Questà è una falsità. Non ho mai detto niente a nessuno di questo tipo e non potevo farlo perchè non lo conoscevo. Ho sempre corso in kart, poi in F. Nissan è c'è il problema che in Spagna, la televisione, non trasmetteva la F1. Ho saputo qualcosa di loro e del mondo della F1 quando iniziai a correre in F3000, condividevamo i week-end di gara ma anche lì, non ho avuto davvero l'occasione di vederli o conoscerli perchè non condividevamo il paddock.

Ti sentivi piccolino?
Si... forse non piccolino, ma speciale. Quello che maggiormente cambia in F1 rispetto alle formule minori è l'attenzione mediatica, devi partecipare agli eventi organizzati da team e sponsor, le foto di te col casco, di te senza casco, la parata con tutti i piloti come se si trattasse di una squadra di calcio... tutto ciò non esisteva nella altre categorie. L'accumularsi di tutta questa massa di lavoro prima dei giorni della gara non è che mi facesse sentire piccolo, forse speciale... molto stressato.

All'epoca la Minardi era un "ferro", ora che ti sei fatto una certa esperienza, la ricordi con affetto?
Non penso che fosse tanto malvagia, soprattutto il telaio. Il motore era un Cosworth depotenziato e certamente non era di primo livello. La vettura era fenomenale, soprattutto quella del debutto: frenava più di ogni altra macchina che avessi provato, accellerava più di ogni altra macchina che avessi provato, correva più di ogni altra macchina che avessi provato e all'epoca mi sembrava fenomenale.


Di questi 10 anni di Formula 1 quale annata ricordi come la più eccitante, anche se niente è stato più esaltante dell'epoca dei fantastici motori V10.
Anche io la penso così... sicuramente la stagione 2004/2005, perchè la vettura era straordinariamente potente, eravamo in piena guerra dei pneumatici tra Bridgestone e Michelin, che ci permettevano di girare di qualche secondo più veloce, l'aerodinamica e i motori avevano 900 cavalli di potenza. Per farvi un esempio, nel 2004 e 2005 al Ricardo Tormo giravamo in 1:08 circa, ora in 1:14 ... fate voi i conti!

Un giorno racconterai alla Ferrari perchè ad inizio 2001 dicesti di NO alla loro proposta?
La questione è molto semplice. Potevo avere l'opportunità di correre con il team di Prost, che all'epoca aveva i motori Ferrari, un po' come è successo in questi anni con Sauber e Toro Rosso.
La Ferrari non mi diede garanzie sufficienti per una posizione: potevo fare il tester con loro, ritornare in F3000 o correre con Prost... la Renault mi diede quelle garanzie.
Avevano prefissato per me un anno da pilota con la Minardi e poi l'entrata nella famiglia Renault, un anno da collaudatore e poi pilota ufficiale e tutto mi pare essere stato mantenuto.

Alla fine la tua scielta ha pagato... lo ha dimostrato il tempo.
Ho vinto due mondiali e non mi lamento... fu la scielta giusta, si.

Dopo 10 anni ami ancora questo sport o il tempo lima tutti gli affetti? E' cambiato il tuo punto di vista su alcuni temi che non sopportavi?
Certo. Basta vedere che non si tratta di una concorrenza pura e semplice, che le auto non sono uguali, che le regole non sono uguali per tutti, a volte. Quello che non ti piace devi saperlo accettare perchè altrimenti te ne torni in GP2 o GP3 se non provi alcun interesse per la Formula 1.
Più che altro impari a capirlo e conoscerlo meglio. Capisci che non si tratta solo di corse, ma dietro ci sono affari e milioni di dollari. Devi amarlo con i suoi lati positivi e negativi.

Nel 75% delle tue gare il risultato finale è stato sempre migliore o uguale alla posizione di qualifica, una percentuale simile che solo Schumacher detiene in questa decade. Che cosa ti dice questo?
Niente... non lo interpreto in nessun modo, solo posso dire di essere felice per aver avuto sempre ottime vetture che mi permettessero di arrivare a ciò. Se ripenso alla vettura del 2009, la R29, sono anche riuiscito a fare dei podi ma se tu riguardi a come partimmo quell'anno...
Tanti piloti preferirebbero arrivare a podio con vetture peggiori di altre, per vedere la vera forza dell'essere umano, detto ciò posso affermare di essere stato fortunato.

Però sono i piloti che corrono sulle vetture.
Non lo so... è difficile fare una valutazione obiettiva della forza di una macchina e della forza di un pilota. Fai il tuo lavoro nel modo più professionale possibile per aiutare la tua squadra, niente di più. Dare sempre il meglio di te comunque.

Che modesto! Tu stesso, ti sei mai sorpreso?
Bhe ... [pausa lunga]

Non ti sei mai detto "che bravo che sono!"?
E' che ci si sorprende sempre in senso negativo. Quando si fanno le cose bene, tutto ovviamente va bene. Poi capita che esci, prendi un cordolo, ti scontri con una vettura: la squadra fa di tutto per incitarti e per non farti commettere più errori del genere, perchè è qualcosa che non doveva capitare.

Ti sei mai sentito inferiore a un tuo collega? Hai mai pensato "questo è più bravo di me"?
No. In base alla vettura che hai, sai che molte volte è impossibile lottare con squadre migliori. E' capitato nel 2003, 2004, 2008 e 2009 dove Ferrari e McLaren dominavano indistintamente e tu con una Renault o con la Minardi sapevi benissimo che magari dovevi lottare per un decimo, docicesimo, ottavo posto e raramente per qualche podio. Li si che ti rassegni a combattere contro di loro perchè vedi che vanno troppo veloci.

E per quanto riguarda l'inferiorità di trattamento?
Sicuramente nel 2007 in McLaren. Era come se fossi un estraneo e non condividevo nulla con loro.

Ti rammarichi di qualcosa che hai detto in passato?
No, tutto quello che ho detto è stato pensato e detto perchè ci credevo. Se a qualcuno hanno dato fastidio delle verità, non era certo un problema mio.

La dimensione di una persona è quantificata in base ai suoi amici o nemici?
Guarda, la mia preoccupazione non è ritirarmi da questo sport con più amici rispetto ai nemici, non corro in F1 per farmi degli amici ma per combattere e vincere dei titoli perchè significherebbe che ciò che mi ero prefissato, l'ho raggiunto.
In ogni caso credo che la gente ti dia un valore in base all'affetto che gli mostri, agli amici che hai, come è successo ora con Robert a causa del suo incidente: tutto il paddock ha risposto a questo fatto, tutti i team, tutti i piloti, gli addetti ai lavori. Robert è un pilota differente che si fa voler bene col suo carattere, è una persona molto cara.
Quando accadono cose dele genere, anche per uscirne, hai bisogno di tutto l'affetto possibile di tutti gli amici che hai, è molto importante.

Nel 2006 dicesti di non vederti in macchina a correre nei prossimi 10 anni e invece ti ritroviamo ancora qui, sulla linea della prima decade di carriera. Che cosa è successo nel frattempo?
E' vero. L'ho detto e pensato, c'è stato un periodo in cui volevo vivere d'altro, fuori dalla F1, non ero a mio agio e ora devo ritrattare queste parole perchè sto benissimo in Ferrari. Sono maturato: ho cambiato il mio modo di vedere le cose, sono più paziente.
Stare in Ferrari è più piacevole del previsto e di ciò che mi aspettavo nell'arrivare a essere parte di un team che è una leggenda sportiva... sembra magia, molto più sentito da dentro che da chi sta fuori. Ora non voglio correre contro il tempo, sto bene, posso essere primo, secondo, ottavo o 23° ... corro con una Ferrari.

Sicuramente con la Ferrari i risultati sono parecchio differenti rispetto agli anni in Minardi. Il fatto che ora con ala mobile e KERS tutto sia più semplice, ti da fastidio?
Non credo mi possa dar fastidio. Ci sono più opportunità di far meglio e tutti ne benificiamo: quelli che riescono ad adattarsi prima, avranno più vantaggi; quelli che hanno più difficoltà, possono comunque sperare bene... però si sente ancora la differenza tra i migliori e gli ultimi.

Senna disse: "tutti gli anni c'è un campione, ma non sempre è un grande campiope". Lo condividi?
Questo è sicuro. Qualcuno a fine anno deve sempre vincere però poi, per quanto riguarda la storia della F1, se a una persona chiedi i nomi di 10 piloti, sono sempre quelli di chi ha fatto davvero qualcosa di straordinario: Lauda, Fangio, Prost, Senna e piloti del loro calibro. I campioni dell'albo iridato sono molti di più, ma tanti vengono dimenticati.

Non ti includi?
Quando mi ritirerò vedremo se avrò vinto il necessario per essere ricordato e se non sarà così, mi ritirerò comunque felice e orgoglioso della mia vita in F1 e della mia esperienza sportiva.

[CONTINUA ...]

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1 commento:

  1. Comunque vada ha già vinto 2 titoli e ne ha sfiorato 1 con la Ferrari. Per me è un campione a tutti gli effetti, per tutto quello che ha fatto!!

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