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21 gennaio 2012

Formula 1, La crisi dei piloti italiani

Se L'Italia ha da sempre avuto un glorioso passato in Formula 1, passando per esempio da Fangio e Ascari, da qualche anno a questa parte la classe regina del Motorsport, vede ogni anno la partecipazione dei piloti italiani diminuirsi sempre più.
Se nel 2011 hanno corso nel campionato Jarno Trulli sulla Lotus e Tonio Liuzzi in forza alla Hrt, nel 2012 potrebbe andare ancora peggio. Nonostante le firme apportate sui contratti né l'abruzzese né il pugliese sono certi di prendere parte al campionato, almeno nel ruolo di piloti titolari.

Tutte le scuderie, con più o meno blasone, soprattutto in questo periodo nero di crisi economica, vogliono avere un pilota che porta sponsor paganti piuttosto che un pilota veloce o con esperienza. Uno degli ultimi casi è proprio quello della Williams, che nonostante la storia che si porta sulle spalle, nella scelta del secondo pilota da accostare a Pastor Maldonado (pilota già pagante) era indecisa tra Adrian Sutil, per il quale la Meridion avrebbe sborsato 8 milioni di euro, e Bruno Senna, ingaggiato ufficialmente la scorsa settimana, che ha portato un tesoretto di circa 12 milioni di euro portando in dote, tra l'altro, la Embratel, l'azienda brasiliana di telecomunicazioni con base a Rio de Janeiro.

Ma analizziamo il caso dei nostri connazionali: Liuzzi ha un contratto ma la Hrt vorrebbe al suo posto un pilota pagante che garantisse la cifra di almeno 6 milioni di euro. Il nome in pole position è quello dell'olandese Giedo van der Garde, ex pilota di Gp2 che avrebbe la somma necessaria per diventare un driver della scuderia spagnola, mentre sembrerebbe essere più solida la posizione di Jarno Trulli alla Caterham, dove potrebbe essere sostituito da Vitaly Petrov che potrebbe mettere alla porta l'italiano grazie ai suoi ricchi e potenti sponsor russi, tra i quali compare anche Vladimir Putin, primo ministro della Federazione Russa ed ex premier della nazione.

Quel che è certo è che il fenomeno dei piloti paganti sta letteralmente dilagando in F1, anche a causa della situazione economica globale ha portato ad un incremento del numero dei piloti con la valigia, aiutando i team portando copiosi sponsor. Piloti che se non fosse per il denaro non avrebbero mai visto una F1 in tutta la loro vita. Una situazione che preoccupa non poco i nostri italiani e i gli altri driver professionisti.

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