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9 ottobre 2011

[Le Riflessioni] Finché c'è Fernando c'è speranza

Dopo l'andazzo della gara di Singapore dove i propositi iniziali erano di poker iridato sul podio, svaniti a causa di una vettura che poteva sembrare tutto fuorché una Ferrari da Formula 1 in Giappone Fernando Alonso si è preso la sua rivincita.
È così che si corre sempre all'attacco, arrivando a sfiorare la vittoria, che alla luce delle prestazioni reali di questa Ferrari avrebbe preso le sembianze di un vero e proprio miracolo se si pensa ai risultati di due sole settimane fa.

Dopo l'errore delle qualifiche, occorso per aver portato troppo oltre il limite una vettura probabilmente nata male, fin dalla partenza si è riscattata quell'ardore tipico del campione spagnolo di voler vincere sempre e comunque anche quando mezzo, matematica e dea bendata preferiscono voltarti le spalle.
Dopo una grandiosa staccata arriva il sorpasso a Felipe Massa e poi, grazie a un intesa strepitosa tra i suoi giri veloci in pista e il lavoro dei meccanici ai pit-stop riesce a superare prima Hamilton e poi anche Vettel.
E proprio l'ormai bi-campione tedesco, nelle fasi finali ha provato ad avvicinarsi più che poteva ad Alonso per provare a superarlo, e probabilmente, a voler dimostrare al mondo la sua universale supremazia: non ce l'ha fatta perché anche se hai il mezzo migliore e ti trovi davanti è più semplice dover assolvere il ruolo della lepre che dell'inseguitore.

E non venitemi a raccontare che ha corso da ragione tra la mossa azzardata su Button in occasione della partenza e la caccia spietata proprio ad Alonso verso la fine, quando poi, vedendo impossibile raggiungere il pilota spagnolo, ha preferito alzare il piede e non ha esattamente «preferito correre da ragioniere» come lo stesso Horner ha avuto il coraggio di affermare a fine gara.

Chi di noi, non ha sperato di vedere Fernando vincere, solo per levarsi quel sassolino dalle scarpe nei confronti dei tifosi o come meglio preferisco identificarli io, presunti tali, che non perdono occasione di infamarlo sempre e comunque quando le cose vanno male per poi, essere tra i primi della fila a salire sul carro dei vincitori, non appena la situazione inizia a stabilizzarsi.

Fernando Alonso oggi ha dimostrato quanto, nonostante la Formula 1 sia quasi totalmente devota all'elettronica, il pilota vale ancora di più rispetto al mezzo meccanico: con la terza vettura del lotto (dopo Red Bull e McLaren rispettivamente) è terzo nel mondiale a soli 8 punti da Button e un ragguardevole margine su Webber e Hamilton che lo seguono in classifica e che guidano vetture più competitive.

Ai detrattori, che continueranno a restar tali, Fernando Alonso, oggi, ha dato chiaro segno come Maranello abbia tra le mani l'uomo giusto per tornare a vincere. Cosa deve fare la Ferrari ora? Lavorare sulla monoposto e seriamente perché se Alonso è il pilota migliore del lotto, per abbattere l'astronave Red Bull serve una Ferrari vicino al limite della perfezione.

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