
Per fare il punto dell’attuale situazione e per capire di più quello che è stato l’impegno della Pirelli in Formula 1 nella veste di fornitore unico, abbiamo intervistato Lucas di Grassi, tester dei pneumatici per l’azienda italiana.
Ventisettenne di San Paolo del Brasile ma di chiare origini italiane, dopo anni di militanza nelle formule inferiori, dove ha combattuto con i piloti più promettenti, e dopo un difficile debutto nella classe regina al volante della Virgin Racing, nel 2011 è stato ingaggiato dalla Pirelli nel ruolo di collaudatore delle coperture, un lavoro che alla base richiede precisione.
Di Grassi è convinto che da quando la casa italiana riveste il ruolo di fornitore unico dei pneumatici lo show in pista sia migliorato e ce lo fa capire fin dalle prime battute: «Sicuramente le gomme hanno aiutato a far diventare più interessanti le gare – spiega Lucas – In questa stagione, va bene che c’era anche il DRS, ma abbiamo avuto un migliaio di sorpassi a differenza dei circa trecento dello scorso anno». Chiediamo allora se è vero che in regime di monogomma la ricerca e lo sviluppo dei pneumatici tende ad adagiarsi, ma lui risponde: «Questo è una falsità perché la Pirelli è l’unica casa produttrice di coperture che utilizza un programma di ricerca e sviluppo (R&D Program) – precisa -. Quest’anno abbiamo girato migliaia di chilometri per sviluppare e migliorare le gomme con lo scopo di progredire nella ricerca anno dopo anno».
Quando ci capita per le mani un pilota di Formula 1 non possiamo evitare di strappargli una confessione a riguardo della stagione che si è appena conclusa e che ha visto la vittoria del campionato piloti e costruttori rispettivamente da Sebastian Vettel e dalla sua Red Bull. Lucas non ha dubbi: il team austriaco era il favorito fin dall’inizio della stagione. «Penso che la Red Bull sia stata la scuderia più capace di comprendere appieno il comportamento dei pneumatici, molto prima delle dirette inseguitrici – ci ricorda il pilota brasiliano - e in aggiunta Adrian Newey disegna la loro vettura».
Il 2011, che ci saluterà tra poco più di un mese, è stato un anno horribilis per il mondo dei motori. Dan Wheldon, Marco Simoncelli, Guido Falaschi ci hanno lasciato mentre facevano ciò che più amavano, correre, e non sono stati gli unici, ma forse, i più famosi, sì. La morte è tornata a impossessarsi del Motorsport ma per i piloti non può esistere la paura: se la metti in conto, sei fregato.
«Non è mai bello veder morire qualcuno quando corre in macchina o in moto: è sempre uno shock e il nostro compito, di piloti, è collaborare assieme per migliorare la sicurezza – ricorda il tester della Pirelli, parlando di un fatto che lo ha colpito da vicino -. Io quest’anno ho perso un amico, Gustavo Sondermann. Era un pilota che correva nel campionato brasiliano di Stock Car. È morto lo scorso aprile quando stava disputando una tappa per la Copa Chevrolet Montana a Interlagos».
Cosa farà Lucas di Grassi nel 2012? Continuerà a collaborare con la Pirelli oppure lo rivedremo al volante come pilota titolare? I rumors che circolano a riguardo vorrebbero il paulista nel programma endurance della Peugeut, invece, stando alle indiscrezioni di Quatrorodas Grid, magazine motoristico brasiliano, potremmo rivederlo in Formula 1 anche se sui nomi delle possibili scuderie vige il più stretto riserbo. «Ho alcune proposte, le analizzerò e prenderò la miglior decisione. Il mio unico scopo è vincere, non mi interessa in che categoria», ha concluso il tester della Pirelli.
di Eleonora Ottonello per Wakeupnews
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