Il film-documentario su Ayrton Senna di Asif Kapadia, racconta la carriera e la vita del pilota brasiliano tre volte campione del mondo, è stata una delle pellicole più viste dell'anno ed è entrato anche nella classifica dei migliori 50 film del 2011.
Se i critici cinematografici hanno scritto recensioni positive sul documentario, cosa ne pensano gli addetti ai lavori, chi lavora nel paddock della Formula 1?
Il magazine online Red Bull.it ha voluto raccogliere le loro opinioni. Ecco cosa ne pensano.
James Allen (All'epoca nell'ufficio stampa di Brabham e giornalista, ora commentatore e giornalista)
Se potessi cambiare qualcosa nel film, mi piacerebbe inserire un paio di battute nella prima parte a testimonianza del fatto che anche Senna a volte correva dei rischi con altri piloti. Proprio per questo Alain Prost fece questa famosa dichiarazione: «Credeva in Dio, pensava che non lo potesse uccidere?» questa era una parte di Senna che non è possibile nascondere.
Penso però nel complesso che il film sia stato fatto davvero bene. Non credo che Prost sia uscito fuori in modo negativo e credo che ci sia stato un modo tremendamente religioso nel mostrare Senna e Prost quando si riuniscono alla fine del film. Sfortunatamente di loro due insieme ad Imola nel 1994 non c'è nessuna immagine. Si erano incontrati, ma non esiste alcuna foto che possa mostrarlo. Il film è sicuramente una grande eredità del miglior pilota che sia mai esistito, è fantastico ma non imparziale.
Eric Silbermann (All'epoca nell'ufficio stampa Honda alla McLaren, ora capo della comunicazione di Toro Rosso)
Sono stato invitato a una delle premiere, ma sono riuscito a vederlo solo di recente quando sono andato al Gran Premio del Giappone. Credo che da un certo punto di vista il film non sia così brillante come se ne è parlato, ma in ogni caso è un buon film.
Ogni cosa che viene fatta su Senna diventa storia. Questo è un ritratto che corrisponde a Ayrton, anche se ci sono altri lati del suo carattere al di fuori dal lavoro che non sono stati rappresentati sullo schermo. Sono stato contento di vedere che Prost non sia stato dipinto come un cattivo, come molti lo avrebbero voluto vedere rappresentato.
Bob Constanduros (All'epoca commentatore del Circuito e intervistatore, ora commentatore del Circuito e intervistatore)
Non importa se sono in disaccordo con alcuni aspetti del film, anche perché mi chiedo se sia stato fatto per intrattenere o per informare. Sono stato nel settore dei motori per tutta la carriera di Ayrton, ho fatto anche alcune delle interviste che sono presenti nel film. Lo conoscevo bene e ho un profondo rispetto per lui, in modo particolare dal punto di vista umano.
Quello che mi delude sono le lacune presenti nel film. Per esempio c'è poco legato agli inizi della sua carriera: avrei voluto ascoltare da Martin Brundle dei suoi scontri con Ayrton in Formula Tre nel 1983, vedere la sua sfuriata contro Jean-Marie Balestre (accompagnata dai beep) durante la conferenza stampa svoltasi l'anno dopo essergli stata negata la possibilità della pole position a Suzuka.
Alla fine questo è un film che celebra la vita di Ayrton Senna con il supporto e il consenso della sua famiglia, fatto per essere un successo commerciale negli USA e in Brasile. Non è oggettivo, forse nemmeno un documentario, certamente non fa vedere sia il bene che il male.
Tom Clarkson (All'epoca fan, ora giornalista e commentatore)
Penso sia fantastico. Ayrton gareggiava quando ero un ragazzino e guardare il film mi riporta indietro nel tempo, quando mi sono innamorato dello sport. Ci sono un sacco di documentari ma questo film è qualcosa di mai visto: penso che sia assolutamente magnifico.
La storia è raccontata molto bene, ma non può essere presa come verità. L'ho visto sul grande schermo e la cosa interessante è che le persone che lo vedono, anche se non sono fan della Formula 1, lo amano. Questo è perfetto se parliamo in termini di audience, ma evidenzia anche una mancanza di personaggi rilevanti nella Formula Uno odierna. Inoltre penso anche sia un'ottima pubblicità per la Formula 1, oltre che un giusto elogio a Senna.
da RedBull.it
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